Data Manager: una nuova figura si sta affermando nelle aziende. Dati sempre più visibili e interoperabili. Il ruolo chiave del cloud (ibrido). Più intelligenza artificiale e machine learning. Un unico obiettivo: gestire al meglio l’acquisizione dei dati e automatizzarne l’intero ciclo di vita. Ecco il profilo del Data Manager.
Il valore dei dati digitali anche per la pubblica amministrazione
Un data manager deve trovare dati all’interno della pubblica amministrazione così com’è non è detto che tutti i dati che vengono prodotti dalle pubbliche amministrazioni poi possano diventare dati aperti; successivamente un data manager deve necessariamente essere proprietario di una propria cultura digitale che gli permette di ragionare in termini apertura in termini di openess, ma allo stesso tempo la diffonda all’interno della propria pubblica amministrazione. Un data manager deve compiere delle scelte tecnologiche cioè deve capire quali sono i dati da esporre, in quali formati, con quali modalità, quali piattaforme sono più adatte per rendere questi dati all’esterno. Successivamente un data manager deve necessariamente definire un piano, cioè una pianificazione delle attività che portino i dati della pubblica amministrazione dall’interno all’esterno. Il piano ha una duplice valenza: da un lato serve all’organizzazione per tarare, per cercare di capire come può organizzarsi per esporre i dati all’esterno. Produrre open data di fatto è un piano di produzione quindi dev’essere organizzato per fasi, figure di riferimento e tempi. Dall’altro definire un piano è estremamente utile anche all’esterno cioè chi guarda quella pubblica amministrazione come fonte dei dati può far base su quelle dichiarazioni su quel piano di sviluppo su quel piano di rilascio per capire come investire su queste informazioni inoltre il data manager non può fare a meno di partecipare al dibattito pubblico. Il tema dell’open data, ma in generale il tema dell’open government è assolutamente in via di definizione. Una figura che si prende in carico la responsabilità di definire un processo all’interno della pubblica amministrazione non, può, come dire, essere sul pezzo rispetto a quello che sta avvenendo Infine, una volta realizzato un piano, una volta definito quali sono i passaggi chiave, una volta esposti i dati al di fuori della pubblica amministrazione, il data manager presenta i risultati all’esterno. E’ necessario che una volta che i dati sono pubblicati ed esposti in formato aperto qualcuno posso guardarli, cioè possa creare delle applicazioni, possa aggiungere nuovo valore. E’ indispensabile, in questo senso, che data manager promuova l’iniziativa anche e soprattutto all’esterno della pubblica amministrazione.
Il lavoro del Data Manager
A fronte di una serie di impegni che abbiamo appena visto la figura del data manager non può non avere delle competenze specifiche. Certamente delle competenze scientifiche, che aiutino il data manager a cercare di capire qual è il modo migliore per estrarre valore delle informazioni ovviamente competenze informatiche dal momento che l’open data chiama in Pag. 5 causa tutta una serie di scelte e di passaggi tecnologici indispensabili, e un data manager deve conoscere quali sono questi passaggi quali sono le scelte migliori da operare. Dal momento che si lavora all’interno della pubblica amministrazione di certo non possono mancare nel bagaglio delle conoscenze del data manager le competenze normative, indispensabili per operare all’interno della pubblica amministrazione. Così come, essendo la persona che il governa un processo, un data manager non può non avere delle competenze gestionali. Molte pubbliche amministrazioni al momento si sono organizzate anche con gruppi di lavoro che in sostanza fanno la stessa cosa c’è che più persone operano per la definizione di un piano di rilascio e per accompagnare il processo di apertura dei dati pubblici. Che si tratti di una singola persona o che si tratti di un gruppo di lavoro, è importante che le pubbliche amministrazioni italiane inizino a ragionare sulla possibilità di definire una figura di ruolo all’interno della propria organizzazione che abbia in carico la manutenzione dei dati, la resa all’esterno, la valorizzazione del patrimonio informativo attraverso l’open data e diventi ingranaggio della macchina amministrativa.
Come diventare Data Manager? E perché il Management considera così importanti i Big Data?
Quando pensiamo alle professioni legate ai dati pensiamo soprattutto ai Data Scientist, ai Data Analyst e così via, quindi esperti che quotidianamente analizzano dati, sviluppano modelli predittivi, creano strumenti di visualizzazione. Solo di recente ci si è accorti che la valorizzazione del dato a livello organizzativo richiede figure specialistiche in cui le capacità di analisi possono essere il punto di partenza o una delle competenti di uno spettro più ampio di abilità.
Oggi esistono alcuni framework riconosciuti a livello internazionale che si sono rivelati particolarmente efficaci nel fornire una visione a 360° del mondo del Data Management, tra cui quello della Data Management Association (DAMA). Formarsi su un framework di questo tipo può essere indubbiamente l’inizio di un percorso di professionalizzazione nell’ambito del Data Management.
Cosa fa un Data Manager e quali competenze deve possedere?
Il Data Manager è la figura deputata alla gestione e al coordinamento dei dati all’interno dell’organizzazione. E’ indubbiamente una professione ibrida che deve coniugare competenze di natura manageriale con conoscenze tecniche nel mondo dei dati ed eccellenti soft skills. Tra le tante attività del Data Manager, infatti, c’è anche quella di diffondere la cultura del dato all’interno dell’organizzazione e individuare soluzioni che rendano i dati un vero asset organizzativo, per cui è essenziale conoscere i dati, ma anche saper parlare con le persone per rilevare problemi, esigenze e opportunità.




